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Corpi e storie

Questo è stato il tema che ha attraversato la formazione nazionale di BILL Biblioteca della Legalità, che si è tenuta interamente on-line e non, come di consueto, presso la MeMo Mediateca Montanari di Fano, nostro punto di riferimento dal 2015.

Svoltasi il 14 e 15 novembre, in collegamento da tutta Italia, con i relatori e con più di 150 partecipanti, grazie all’egregia regia della stessa MeMo, perché da lì si voleva far partire la trama delle relazioni. Tradizione mantenuta: uniti più che mai, anche in tempi che ci costringono alla distanza.

Proprio l’assenza dei corpi e il loro mancato incontro ha chiamato l’esigenza di dare un sottotitolo a questa edizione: “Corpi e storie“. Corpi assenti, ma resi presenti e vivi dalle storie. Questo l’intento e questa la proposta delle voci scelte per creare il nuovo volume dell’antologia vivente, che sono le formazioni BILL, oltre a quelle “di carta”, che ogni due anni vengono preparate.

Le voci dei relatori e delle relatrici presenti nelle formazioni Bill sono da sempre varie e diverse, al fine di ampliare i confini della grande mappa che costituisce la Biblioteca della Legalità, sia in termini di temi, che di luoghi, con ormai quasi 25 reti sparse in tutta la penisola.

Ripensare alla formazione significa immergersi in acque profonde, affacciarsi ad un paesaggio ampio, che abbraccia – il corpo, sempre di sottofondo, con i gesti e i sensi – molte e diverse geografie.

Si comincia con i saluti dell’Assessore alla Cultura del Comune di Fano, Samuele Mascarin, che preferisce presentarsi come Assessore alle Biblioteche, dando significato e riconoscimento al ruolo che esse hanno nel fare cultura.

Poi, Della Passarelli, che si sofferma sull’intreccio di relazioni che Aidan Chambers ha definito ne “Il lettore infinito”, che parte dall’educatore che sceglie, legge e ascolta la risposta del lettore, chiudendo il cerchio virtuoso e magico. Della conclude con tre “corpi”, contenuti nelle storie della BILL: “La grande fabbrica delle parole”, dove sono le parole ad avere corpo; “La classe dei banchi vuoti”, dove all’assenza dei corpi dei nove bambini e ragazzi uccisi dalla mafia si risponde chiamandoli per nome e, infine, “Un albero cresce a Brooklyn”, dove i personaggi si raccontano attraverso bisogni e desideri dei loro corpi.

Silvana Sola introduce la nuova antologia BILL: “Il coraggio di sognare in grande”, la terza, un’edizione speciale, tutta dedicata a Gianni Rodari, al suo impegno civile e al suo pensiero critico. Silvana ci ricorda il ruolo essenziale della lettura e del libro, che Rodari chiamava il sesto senso, un senso che va innescato e coltivato, perché leggere non è istintivo, né naturale. Per questo, diventa cruciale il ruolo e il lavoro di educatori e operatori culturali verso orizzonti e opportunità altre, nuove, da offrire a ragazzi e ragazze. Silvana lo spiega partendo da un brano del libro “La grammatica dell’integrazione” di Vinicio Ongini, per sviluppare quel senso del possibile attraverso, appunto, il coraggio di sognare in grande. Ricca e interessante la bibliografia sulle storie di Rodari dove i corpi sono protagonisti, da “I nani di Mantova” a “Marionette in libertà”.

Marta Marchi, formatrice che si occupa di biblioteche scolastiche, con la sua relazione dal significativo titolo “Libro e scuola. Evanescenza di un corpo”, ci invita a ragionare sull’attuale consistenza debole e non prioritaria dei libri a scuola. Chi conosce il valore di narrare una storia o leggere una poesia in classe sente che il diritto alla lettura e al libro è disatteso. E aggiunge, che è necessario, anzi essenziale, che i libri siano a scuola, perché a scuola ci sono bambini e bambine di ogni provenienza, grado sociale ed economico. Per loro dobbiamo costruire un presente più accessibile. L’attuale evanescenza dei corpi ci invita a pensare al “tempo della ricostruzione”, come quello che fu di Jella Lepman, attraverso i libri e la lettura, per configurare il senso del possibile e del concreto.

Donatella Salari, magistrata della Corte di Cassazione, ha approfondito il tema del body shaming (derisione del corpo), mettendo in relazione il corpo e la sua dignità con la moda e i modi di essere. Donatella Salari ci esorta a riflettere su come e quanto il nostro corpo rischia di diventare “oggetto di prepotenza se non rivendica la propria soggettività contro l’omologazione”. Citando Luigi Zoja (psicoanalista e sociologo), afferma che si è smarrito il contatto con le nostre immagini interiori, con i sogni. Dal mito, narrazione condivisa, che indicava il destino ai popoli e ai singoli, si passa oggi alle immagini artefatte e perfette, che pervadono la nostra vita quotidiana. Più si ritrae il mondo interiore, più si fa spazio quello finto della moda, soprattutto attraverso il web. Da qui l’espressione “sacerdoti del mercato che amministrano corpi”, che Salari assegna agli influencer.

Ciro Saltarelli, storico, e Silvia Rocchi, illustratrice, concludono la prima giornata di formazione con la presentazione del loro “I sepolti vivi” (Einaudi Ragazzi, 2020), dal reportage di Gianni Rodari sull’occupazione dei minatori di zolfo di Cabernardi, pubblicato nel 1952 su “Vie Nuove”. Gli autori ci restituiscono non solo un aspetto meno noto di Rodari, almeno fino a quest’anno di celebrazioni, ma anche una vicenda poco conosciuta sulla storia dei diritti dei lavoratori. Generosa la condivisione di informazioni sulla vicenda e sulla costruzione del libro, esperienza sempre interessante, quando è offerta dalla viva voce degli autori. Sia attraverso il racconto di Ciro, che nelle scelte tecniche di Silvia, la presenza e l’azione dei corpi è emersa forte e determinante in questa storia e nella sua narrazione.

La seconda giornata di formazione è stata aperta da Gabriella Luccioli, magistrata e prima donna ad essere nominata consigliere e poi presidente di sezione della Corte di Cassazione. “Dignità di vivere e di morire. I diritti del malato” è il titolo del suo intervento, accurato nei riferimenti normativi in tema di fine vita e di disposizione anticipate di trattamento, erroneamente associate al testamento biologico, come ci ha ben spiegato. Ripercorrendo i processi di alcuni casi emblematici (Eluana Englaro e Fabiano “Fabo” Antoniani), abbiamo avuto la possibilità di condividere le molteplici e ripide vie che hanno portato alle sentenze e, quindi, all’elaborazione delle norme. In un periodo come questo, affrontare il tema dei diritti e della dignità dei malati è sembrato doveroso. Gabriella Luccioli ci ha condotto verso nuove riflessioni, impegnative e potenti, perché hanno a che fare con il diritto, la libertà, la giustizia del singolo in relazione con l’altro, la famiglia, la comunità e la società. Molti riferimenti precisi alle leggi, altrettanti – se non di più – gli interrogativi ai quali ognuno si è sentito chiamato.

Patrizia Rinaldi, scrittrice e autrice teatrale (premio Andersen 2016), ci porta tra le ragazze e i ragazzi dell’Istituto penale minorile di Nisida, con i quali conduce da anni laboratori di scrittura, anche teatrale. Se il “corpo sociale” è un sistema unico, deve allora integrare e non escludere quelli che vengono definiti deviati, “malfunzionanti”. Da qui si parte per un viaggio straordinario tra corpi “malmessi” nella letteratura: dal “Brutto anatroccolo” di Andersen alla “Gatta Cenerentola” di De Simone, fino all’Achab di Melville, passando per “Cyrano de Bergerac”di Rostand. Storie diversissime, tutte meravigliose: ci raccontano che la perfezione non esiste, che dobbiamo imparare a vivere, meglio a convivere, con il bello e il brutto, il bene e il male che abitano in tutti noi, malati o sani. Patrizia Rinaldi ci invita ad attrezzarci con le parole quando il pericolo incombe e lo fa con una citazione di Romain Gary: “anche immaginare è dare forma al proprio destino”. E conclude, dicendo che “la speranza è un esercizio difficile” e nessuno che abbia a che fare con bambini e ragazzi può trascurare ciò; non la speranza sospirata e consolatoria, piuttosto quella che ci spinge a immaginare e realizzare futuri possibili.

Con questa speranza e con il coraggio di sognare in grande che ci ha lasciato Gianni Rodari, ripartiamo per un altro anno di BILL, da pensare e vivere insieme, con tutti i sensi, compreso quello “del possibile”. Sono sentimenti sempre più forti che ci legano ogni anno e che disegnano la grande mappa delle reti BILL: libri, storie, corpi. Perché questo siamo, corpi e storie.


Chiara Pinton

Si occupa da molti anni di letteratura per ragazzi e promozione della lettura, laboratori d’arte ed eventi culturali con la presenza di autori e illustratori; collabora con scuole, librerie, biblioteche e associazioni culturali. Affianca alla passione per la letteratura quella per l'arte ed il cinema; ultimamente sta sperimentando percorsi comuni tra libri e film, affiancando narrazione e immagini per attivare la riflessione ed il confronto attraverso linguaggi diversi. Socia Ibby Italia e membro del consiglio direttivo, è tra le fondatrici di "MiLEGGI. Diritti ad alta voce", capofila del progetto BILL Biblioteca della Legalità a Padova per il Veneto. Ha lavorato per oltre 20 anni nell'ambito del marketing e comunicazione aziendale.


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