Libri senza Parole. Destinazione Lampedusa: VI edizione


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Ogni due anni la Children’s Bookfair di Bologna è l’occasione per un incontro che è una fortunata immersione visiva nelle migliori narrazioni per immagini provenienti da tutto il mondo e un’opportunità preziosa di confronto tra chi per professione progetta, realizza, studia e media gli albi illustrati. Si riunisce infatti la giuria per la selezione della honour list del progetto “Libri senza parole. Destinazione Lampedusa” che, nella sua sesta edizione, grazie alla collaborazione di IBBY International e delle sue sezioni, ha visto arrivare oltre 70 libri provenienti da 22 paesi, dall’Argentina alla Thailandia, passando per l’Iran, il Canada e la Croazia. 

A comporre la giuria quest’anno sono state Marnie Campagnaro, Professoressa Associata di Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza dell’Università di Padova; Deborah Soria, libraia e responsabile del progetto della Biblioteca IBBY Lampedusa; Sualzo, fumettista; e Silvia Vecchini, autrice e poeta, oltre alla sottoscritta in rappresentanza del Laboratorio d’arte del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Sguardi e approcci differenti uniti attorno a un grande tavolo ricolmo di silent book da una curiosità comune per le immagini e le storie. 

In un silenzio assorto che muta mano a mano in animata conversazione, ci sono libri che mettono d’accordo e conquistano tutti alla prima lettura. È il caso dell’australiano The Boy and the Elephant (HarperCollins), della pluripremiata illustratrice Freya Blackwood che, arrivato sul filo del rasoio nelle nostre mani dall’altro capo del mondo, dopo mille peripezie con la dogana, ci ha rapiti con la sua poesia senza retorica, le illustrazioni liquide e la capacità del piccolo protagonista di mettersi in ascolto oltre il rumore quotidiano ed entrare in relazione con la natura in modo così profondo da permetterci di osservarla attraverso i suoi occhi. E, sempre indagando le possibilità trasformative della natura e il suo farsi ponte tra le generazioni, la giuria ha amato all’unanimità Il fiore ritrovato (Topipittori), opera prima di Jeugov, al secolo Jacopo Riva, con il suo stile originale che richiama il liberty e la secessione viennese. 

Tra libri per definizione silenziosi ci ha poi subito conquistati quello che, come ha evidenziato Sualzo, ci ha costretti a far rumore, ridendo di gusto: il tedesco Spinne spielt Klavier di Benjamin (Gottwald Carlsen Verlag). Un imagier in cui ogni immagine evoca un suono e si collega come in un domino visivo e sonoro alla successiva, una pecora belante a una linguaccia, le parole sussurrate all’orecchio al crepitio del fuoco, la gomma bucata della bicicletta al sibilo di un serpente.

Un tuffo, attualissimo, nella Storia del ‘900 è invece nei colori e nelle architetture austere di Fran Parreño in On va aquesta gent (Animallibres). Un grido contro l’indifferenza che si dispiega nel palazzo deserto del grande foglio finale con i celebri versi, spesso attribuiti a Brecht, del pastore protestante Martin Niemöllerche, unica licenza concessa alla presenza di testo. 

La sorprendente scelta cartotecnica che crea una sorta di wimmelbuch circolare da leggere e rileggere tra dentro e fuori ci ha colpiti nell’olandese Rondo di Renske Gerstel (Uitgeverij De Harmonie), autrice anche del bellissimo libro-gioco Hannah.

Due, molto diversi tra loro, i libri colombiani scelti per la honour list. Il primo è Ugh! Un relato del Pleistoceno di Rafael Yockteng, Jairo Buitrago (Babel Libros), che con il bianco e nero del suo segno di grafite è un racconto preistorico della nascita dell’arte rupestre a cavallo tra fiction e divulgazione. Il secondo è Cazucá di Óscar Pantoja (Rey Naranjo) che, attraverso i disegni naïf e allegri di Flor Capella, ritrae le difficoltà di accesso all’acqua potabile degli abitanti di una baraccopoli di Soacha. 

Le relazioni sono al centro del divertente e spiazzante Kadoksissa della finlandese Kati Närhi (Capuchina kustannus), gioco di forme e assonanze che ci ricorda che l’amore è eterno solo finché dura o fino a che non ne arriva uno nuovo, mentre nel coreano 휴가 (Vacation, Kidari publishing.co) di Lee Myung-ae abbiamo letto, dopo un interessante confronto, una riuscita rappresentazione del disagio preadolescenziale in una ragazzina alle prese con lo spogliarsi durante una vacanza al mare. 

Ai più piccoli e alle più piccole è infine dedicato il canadese Blanket (Groundwood), primo albo senza parole di Ruth Ohi, storia di un’amicizia tra un cagnolino e una gatta nata sotto una grande coperta tra letture condivise e giochi di ombre cinesi. 

Colpiti dal lavoro di alcune piccole case editrici di ricerca per la ripubblicazione di libri storici non destinati solo al pubblico infantile, si è scelto di segnalarli nella categoria “futuro anteriore” in cui troviamo  lo humor nero di Topor con I Masochisti, (Vànvere edizioni), pubblicato per la prima volta nel 1960, l’inedito Una storia lunga come di Pino Tovaglia (Lazy Dog)  dei primi anni ’70, vero e proprio manifesto di grafica, e le due bellissime edizioni di Река di Elena Safonova (Albus corvus) che nel raffronto tra quella del 1930 e quella del 1935 illustrano il passaggio dall’avanguardia al realismo sovietico.

Chiudono la honour list due menzioni speciali. Quella assegnata ogni anno dal Palazzo delle Esposizioni va per questa edizione al giapponese Katsumi Komagata e al suo Moon Phase (One stroke), elegante libro d’artista con giochi di carte e fustelle che racconta le fasi lunari. Mentre siamo felici che l’organizzazione non governativa Sea Watch, incontrata tante volte nella Biblioteca IBBY Lampedusa, abbia voluto partecipare al progetto nominando, Antonia va al río di Dipacho (Cataplum Libros), albo colombiano che parla di viaggi necessari, di perdite, ma anche di libertà.

Anno dopo anno sorprende la varietà di linguaggi, di temi e di finestre sul mondo aperte da questa collezione via via sempre più ricca. Molti titoli viaggiano di paese in paese e alcuni sono già approdati anche in Italia; l’augurio è che la selezione e l’intero progetto continuino a essere uno stimolo per le case editrici a investire in queste narrazioni senza frontiere.