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Roberto Innocenti e le prigioni della Storia

Continua l’approfondimento sugli artisti celebrati con l’Hans Christian Andersen Award.

Nell’anno del suo ottantesimo compleanno, con i nostri migliori auguri a Roberto Innocenti, unico illustratore italiano che ha ricevuto l’ambito riconoscimento nel 2008.

Nato a Bagno a Ripoli il 16 febbraio del 1940, oggi vive e lavora a Montespertoli, nella sua amata campagna toscana. Autodidatta, pubblica i primi lavori di grafica sul Graphic Annual. Il successo arriva grazie alla stima e all’amicizia di Tom Peterson, editore indipendente di Mankato, nel Minnesota, che per i tipi della Creative Editions pubblicherà tutti i suoi libri, aprendogli le porte del mercato internazionale. A pubblicarli in Italia sarà un piccolo editore, Alfredo Stoppa delle Edizioni C’era una volta di Pordenone. Oggi, i libri di Innocenti sono nel catalogo della Margherita Edizioni.

Numerosi i premi internazionali: fra i più prestigiosi, la Golden Apple della Biennale Illustratori di Bratislava nel 1985 per Rose Blanche e nel 1991 per A Christmas Carol. Sempre nel 1985 il premio Gustav Heinemann per la Pace. Nel 2008 viene insignito dell’Hans Christian Andersen Award, secondo italiano nella storia dopo Gianni Rodari. Nell’autunno del 2020 gli viene assegnato il premio MAM-Maestro d’Arte e Mestiere nella categoria Illustrazione e Fumetto, un riconoscimento alle eccellenze, un omaggio alle “mani intelligenti” del Bel Paese.

(Rosa Weiss, Alibaba Verlag, 1986)

Rosa Bianca1, pubblicato nel 1985 in molti Paesi ma non in Italia, è il capolavoro dell’artista fiorentino e insieme il suo vero debutto nel mondo dell’editoria per ragazzi. Denuncia una violenza che non si può tacere e racconta una pagina dolorosa della nostra storia: l’Olocausto. Nel titolo l’autore fa riferimento a un episodio storico poco noto: la vicenda di un gruppo di giovani pacifisti, Die Weisse Rose, che nell’ultima guerra in Germania pagavano con la vita la propria capacità di rifiuto e resistenza. “Rosa Bianca” è un libro di figure, che rivela la cifra stilistica più autentica di Innocenti, alla cui forza nulla aggiunge il testo.

“A proposito di Rosa Bianca mi sento un vecchio alla ricerca della propria infanzia. Al di là del mio interesse per la Storia, è legata a ricordi personali, alla memoria della guerra che ho visto da bambino. Per un’età in cui normalmente non si ricorda nulla, io conservavo al contrario ben impresse nella memoria le immagini della guerra. E fra le immagini più forti il paesaggio, prima e dopo quella devastazione. Rosa Bianca è una fiaba ma allo stesso tempo, e questo può essere ‘pericoloso’ per la nostra editoria, ha uno scopo: è un invito a riflettere su questioni importanti troppo spesso taciute. Racconta l’ultima pagina di storia moderna, la prima di storia contemporanea, quel 9 maggio 1945. Una pagina importante della nostra Storia che la scuola ignora. È preferibile dimenticare, non vedere, chiudere gli occhi. Questo mio libro aiuta a parlare di alcune cose difficili con i ragazzi2“.

In Cenerentola3, Innocenti si diverte a restituire la fiaba alla Storia e ci regala una raffinata e ironica versione della fiaba, inquadrandola nella cornice borghese della Londra di fine anni venti. In perfetta sintonia con lo spirito della collana, la preziosa Grasset Monsieurchat curata da Rita Marshall e Etienne Delessert, che proponeva una lettura delle fiabe classiche rivisitate da artisti del nostro tempo. Una tavola del libro contiene un elemento curioso e del tutto originale: “L’allusivo passaggio del cieco con cane e bastone e il giuoco a mosca cieca dei bambini sono rafforzati dalla volontà di vedere che Cenerentola esprime attraverso la simbolica pulizia dei vetri4“. Chi sarà mai il cieco guidato dal cane?

(Cenerentola, La matrigna le affiderà gli incarichi più gravosi della casa, 1983)

Dice Innocenti: “Io mi comporto come un pittore del Rinascimento, lavoro per un mecenate, anche se non so ancora chi sarà. Mentre, trovo che il pittore oggi è solo”. Ma l’artista non è solo, ha ‘trovato la bambina’ che gli consente di vedere oltre le opacità della Storia e di non credere alla legge delirante che vorrebbe imporre un ‘Verboten’, un categorico e omicida ‘È vietato vedere’.

(Rosa Bianca, La bambina segue il camion ed entra nel bosco, 1985)

Seguendo questa guida, scopriamo uno straordinario Schiaccianoci (1996), che svela una componente stilistica determinante del nostro autore, quella hoffmanniana. In perfetta sintonia con lo spirito del grande E.T.A. Hoffmann, Innocenti tratteggia a tinte forti il clima inquietante di un Natale borghese. E insiste sulla dimensione psicologica dei protagonisti, delineando un doppio binario tra realtà materiale e inconscia, sottolineando l’eterno e tragico dissidio romantico tra mondo adulto realistico e mondo infantile fantastico.

(Schiaccianoci, La battaglia dei Topi, 1996)

Protagonista assoluto nelle illustrazioni de Le avventure di Pinocchio (1988) è il paesaggio, che sembra offrire all’artista il pretesto per un “viaggio sentimentale” all’interno della sua terra. Il Pinocchio di Innocenti è il primo ambientato nella Toscana di fine secolo, quasi l’autore si muovesse, ancora una volta, alla ricerca di una memoria storica e insieme della sua storia personale.

(Pinocchio, Storia di un burattino, Edizioni C’era una volta …, 1991)

A proposito del suo modo di narrare per immagini, Innocenti procede con una adesione alla realtà esasperata, quasi maniacale, ma mai realistica, a volte surreale, spesso trasgressiva. E confessa:

“Quando costruisco una storia ho bisogno di inquadrarla nella realtà circostante e di subirla finché la storia si svolge. È un po’ una prigionia, perché sono costretto a guardare tutto quello che c’è intorno e annotarlo (…) Se nei miei disegni c’è molto realismo significa semplicemente che non ho lavorato abbastanza bene”.

A differenza di Maurice Sendak che, in particolare nelle illustrazioni per le fiabe dei Grimm, coglie il momento di maggior tensione narrativa del testo, Innocenti sceglie due piani paralleli di narrazione, realtà e immaginazione, creando continui rinvii e straniamenti e preferisce “sottolineare i vuoti della storia per riempire questi spazi con annotazioni che sembrano marginali, ma preparano il terreno ad altre situazioni. Infatti, per me le storie del racconto sono sempre due, una principale e l’altra secondaria”.

(L’ultima spiaggia, La Margherita Edizioni, 2005)

Due sono i registri interpretativi che l’artista utilizza in L’ultima Spiaggia (2002) per costruire il suo caleidoscopio di ritratti: i luoghi e i personaggi il primo, le tecniche e gli stili il secondo 5. Il libro è insieme l’autobiografia letteraria dell’autore e una straordinaria dichiarazione di poetica sul tema della creatività. Come per tutti i suoi libri, Innocenti usa con maestria l’acquarello “alla ricerca di una espressione tutta personale, anche sul piano formale”. In crisi per aver smarrito la capacità di immaginare, l’artista intraprende un viaggio che lo porta al Capo Finisterre, dove in uno strano albergo incontrerà i personaggi che hanno nutrito la sua biografia di lettore. Potente macchina narrativa, il libro presenta un campionario di ritratti legati alla dimensione del narrare e del narrare per immagini.

Innocenti utilizza linguaggi diversi, la fotografia e il cinema, la scenografia e l’architettura, la grafica e la cartellonistica, con una cifra stilistica originalissima dal sapore tardo-romantico. O postmoderno, come nella sua versione della fiaba di Cappuccetto Rosso (2012), dove la bambina vive in una metropoli dei nostri giorni, mentre la nonna è un ologramma e il bosco un centro commerciale. Una fiaba contemporanea per il nostro artista, ancora una volta, un potente manifesto di denuncia.

(Cappuccetto Rosso. Una fiaba moderna, La Margherita Edizioni, 2013)

(Nella prima illustrazione: Rosa Bianca, A Rosa Bianca piaceva camminare lungo il fiume, 1985)


(1) Innocenti R., Rose Blanche, (Gallaz C., testo francese), Editions Script, Neuchâtel – Editions 24 Heures, Lausanne; White Rose (McEwan I., testo inglese), Creative Education, Mankato (MN), Jonathan Cape, London – 1985; Rosa Weiss, Alibaba Verlag, Frankfurt am Main 1986; Rosa Bianca, Edizioni C’era una volta, Pordenone 1990.
(2) Vassalli P., Cochet M., (mostra e catalogo a cura di), Roberto Innocenti. Le prigioni della Storia, Grafis Edizioni, Bologna 1989 – Grimm Press, Taipei 1998. Art director Andrea Rauch, Salon du Livre di Bordeaux 1989 – Galleria d’arte Moderna di Bologna 1990 – Taipei 1998. Le parole dell’artista nel testo sono tratte da Vassalli P., in Conversazione con Roberto Innocenti, pp. 15/22.
(3) Perrault C., Cendrillon, (Collection Grasset-Monsieurchat), Editions 24 Heures, Lausanne – Editions Grasset & Fasquelle, Paris – Creative Education, Mankato (MN) – 1983.
(4) Pallottino P., Il muro e lo specchio in Roberto Innocenti. Le prigioni della Storia, op. cit., p. 36.
(5) Faeti A., Verso il Capo Finisterre, in Dentro il dettaglio, a cura di Hamelin, Bologna, Palazzo D’Accursio 2006.


Paola Vassalli

Curatrice ed educatrice museale, si occupa di letteratura per ragazzi, illustrazione ed educazione all’arte dagli anni Ottanta. Laureata in filosofia, ha progettato e diretto i Servizi Educativi del Palazzo delle Esposizioni a Roma. Da questa esperienza è nata la serie "Educare all’arte", pubblicata da Electa. Si è impegnata per la nascita di biblioteche pubbliche, come le Biblioteche Ragazzi del Sistema Bibliotecario del Comune di Roma e lo Scaffale d’arte del Palazzo delle Esposizioni. Ha curato importanti mostre, fra cui, con Silvana Sola, "I nostri anni ’70. Libri per ragazzi in Italia" (Roma, Palazzo delle Esposizioni, Corraini Edizioni 2014). In particolare ha curato grandi mostre internazionali dei maestri dell’illustrazione contemporanea. Collabora con la Bologna Children’s Book Fair dagli anni Novanta e ha curato la mostra Artisti e capolavori dell’illustrazione. 1967-2016 (Corraini Edizioni 2016). Socia IBBY Italia, è membro del Consiglio Direttivo dal 2019. Vive e lavora a Roma e viaggia nel mondo per parlare del suo lavoro.


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