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La coperta di Yusuf, deposito di memoria.

60 sono state le vittime della frontiera del Mediterraneo nel mese di Gennaio 2021.
43 persone il 19 gennaio e 17 persone il 25 gennaio.

Nulla si sa di loro, ma un piccolo quadrato di lana realizzato all’uncinetto testimonierà la loro esistenza e la loro morte. Un piccolo quadrato di lana che va a unirsi alle centinaia e centinaia, che da ormai oltre due mesi giungono alla biblioteca IBBY di Lampedusa da varie parti d’Italia e del mondo per creare La coperta di Yusuf.

Durante il funerale del piccolo Yusuf, una donna lampedusana ha donato alla giovane mamma straziata uno scialle fatto a mano, avvolgendoglielo sulle spalle mentre l’abbracciava.

Quel gesto così naturale e, al tempo stesso, così pieno di senso ha fissato per sempre quel momento nel ricordo di chi vi ha assistito, trasformandolo in “memoria condivisa”, patrimonio di una comunità che si riconosce in valori comuni.

Questa comunità, non legata a una appartenenza territoriale, ma diffusa ovunque, numerosa e attiva, esiste; una comunità che, chiamata in causa, non si limita a volere testimoniare la sua adesione a determinati valori, ma vuole attestare la sua attiva partecipazione al cambiamento.

Una comunità ha “necessità di tradurre in eventi sensorialmente percettibili certi concetti per poterli pensare come reali”*. Ed è a partire da questa riflessione che nasce l’iniziativa de La coperta di Yusuf: un deposito di storie e ricordi, rappresentati da piccoli quadrati di lana fatti a mano e cuciti tra loro per creare un deposito della memoria, al tempo stesso simbolo e promessa di un impegno.

Ad assolvere al compito di cucire tra loro i quadrati e i ricordi a questi legati sono le donne che vivono a Lampedusa. Lo fanno spontaneamente, con delicatezza, valorizzando l’unicità, accostando le differenze e componendo così un grande mosaico di bellezza, che mette insieme chi ha creato i singoli frammenti e chi li ricompone.

Come afferma Marco Aime nel suo saggio “Comunità”: “L’azione rituale si fonda su principi di carattere simbolico, che spingono i membri della comunità a concentrarsi collettivamente e nello stesso istante su problemi o sentimenti ai quali essi attribuiscono una spiccata importanza”*.

Il secolo scorso ci ha insegnato che certi eventi possono essere talmente ignobili, disumani e vergognosi da rendere più facile la loro negazione, creando così una memoria condivisa, seppur completamente distorta e falsa. Ma abbiamo anche imparato dal recente passato che la testimonianza delle vittime prima o poi ci sbatterà in faccia responsabilità e colpe di chi ha agito e di chi ha taciuto.

La coperta di Yusuf custodisce memoria in attesa che venga fatta giustizia per tutte le vittime di leggi disumane, interessi ignobili, arroganza del potere e politiche miopi. Ma racconta anche di un’umanità che, malgrado tutto, a volte trionfa e sempre resiste, ponendo le persone, tutte le persone, al di sopra dell’interesse economico, del denaro, del profitto.

Partecipare alla realizzazione della Coperta di Yusuf significa riconoscersi parte di una comunità, che si assume l’impegno solenne di prendersi cura dell’altro e dell’ambiente, di non tacere davanti alle ingiustizie, di non girare la testa di fronte a qualsiasi atto di prepotenza, di tendere sempre la mano a chi rischia di essere sopraffatto, di tenere sempre viva la memoria, di resistere ai processi di deumanizzazione e di profondere energie e tempo in difesa dei valori condivisi.

La coperta non avrà mai fine e chiunque voglia può inviare un quadrato di 10 cm per lato insieme a un ricordo che possa trasformarsi in memoria al seguente indirizzo: Biblioteca IBBY Lampedusa, via Roma 34, 92031 Lampedusa.

Potete seguire il progetto qui

(*da Marco Aime, Comunità, Il Mulino, 2019)

articolo a cura di Paola La Rosa, Anna Sardone, Deborah Soria


Biblioteca IBBY Lampedusa

Il progetto di una biblioteca per bambini e bambine, ragazze e ragazzi, a Lampedusa nasce nel 2012. Fino ad allora, il diritto di accesso ai libri e alla lettura non era garantito perché non esistevano, né erano mai esistite librerie o biblioteche sull'isola. Dopo anni di lavoro e impegno, questa piccola biblioteca, che vive grazie al lavoro di tanti volontari (adulti, bambini, ragazzi), è ormai un punto di riferimento culturale riconosciuto al centro del Mediterraneo.


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