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Vorrei dirti

La scrittrice Cosetta Zanotti ricorda che da bambina, a chi le chiedeva cosa avesse voluto fare da grande, rispondeva: “voglio diventare una pittrice che inventa le storie!”. E, in effetti, le sue parole dipingono.

È adulta la sua penna, quando coltiva “un incoraggiamento alla fiducia, un viaggio poetico dentro la parola e dentro il silenzio, che è il luogo privilegiato da cui le parole stesse vengono alla luce e iniziano a muoversi, incontrandone altre. “Vorrei dirti è una finestra sulla bellezza della vita, che svela al bambino di avere in sé un grande potere: quello di costruire il mondo attraverso parole buone”.

Vorrei dirti” suona come una tensione annunciata con garbo, un invito all’ascolto che inizia dalla prima di copertina. E se cominciamo a leggere questo leporello da lì, dalla copertina (come tra i primi fece Bruno Munari, per coinvolgere il lettore, con la collana “I libri di Munari” di Mondadori nel 1945), ecco che la ripetizione per ben tre volte “vorrei dirti” crea un’attesa reciproca, in chi desidera farsi ascoltare e in chi si predispone a prestare attenzione.

Tutto il libro si fa palco per un inno alla vita che vuole dispiegarsi:

Vorrei dirti | Che le parole sono tante | A volte sono sasso | A volte sono aliante

Parole che, in alcuni casi, devono essere pronunciate piano, affinché le si possa sentire, come sanno fare i bravi maestri, quelli che conoscono la potenza del volume basso e la poca virtù che alberga nell’urlare: Silenzio! Si infilano, una appresso all’altra:

Parole sentiero |Per piccoli piedi | Che segnano il passo | Dei tuoi pensieri

Mentre sotto, intorno e sopra si dispiega un immaginario di figure, collettivo, eppure così intimo, fatto di voli e bagni, di mondi rotondi come bolle e sospensioni in cui tutto può accadere, anche divenire ogni giorno un po’ più “sé” e “noi”.

Un incedere circolare, quello scelto dall’illustratrice Lucia Scuderi, che sfrutta la linearità del formato, ma procede in modo ricorsivo, mescolando il passato con un futuro in potenza.

Due trapezisti lavorano in coppia, affidandosi e sostenendosi reciprocamente, a turno, sulla rete impalpabile della promessa. Un pesciolino rosso diventa occhio di un profilo umano, specularmente con Guizzino, il pesciolino nero di Leo Lionni, che diviene occhio del banco di pesci rossi, le due immagini accostate sembrano un Tao. Il cerchio non si chiude, però: sostiene la promessa di una visione d’insieme, apre ad abbracci insoliti.

Una calamita fa diventare la copertina rigida uno scrigno. La maestria cartotecnica dell’editore si rivela ancora una volta.

Tutto è poetico e sapientemente misurato.

Qui il video

(Cosetta Zanotti, illustrazioni di Lucia Scuderi, Vorrei dirti, edizioni Fatatrac)

 


Francesca Romana Grasso

Pedagogista, dottore di Ricerca in Scienze dell’educazione, studiosa di Letteratura per l’infanzia, si occupa dal 1996 di formazione, progettazione e consulenza in ambito educativo, sociale, sanitario e culturale. Conduce progetti formativi ed eventi nell’ambito della promozione della lettura, in particolare bibliotecari, librai, insegnanti, educatori. Collabora con riviste e blog di settore. Presiede l’associazione Edufrog aps. Curatrice di eventi e iniziative culturali quali il Festival per l’infanzia e le famiglie Family care (Brescia) e il concorso internazionale Illustrazioni in movimento, accompagna la nascita di gruppi di lettura (Liberabimbi, gruppo di lettori volontari in pediatria e Leggiamo insieme? presso la biblioteca comunale di Buscate). Ha scritto a quattro mani con Alice Gregori un Manifesto di Alleanze educative e di cura (www.educative.it) e coordina le attività di ricerca, formazione e scambio che intorno a esso si animano. Autrice del saggio "Primi libri per leggere il mondo", pubblicato nel 2020 da Editrice Bibliografica.


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