Blog


Primi libri per leggere il mondo

Suoni e parole buone, immagini adeguate alle fasi dello sviluppo dei bambini dai primi mesi di vita sono alla base dell’apprendimento e delle relazioni positive che rendono oggetto di pensiero la realtà, ampliano il linguaggio e favoriscono l’apprendimento, ma tutto ciò è vanificato se non si ascoltano i bisogni primari dei bambini, se li si mettono in posizioni scomode e innaturali per esporli precocemente alla lettura, se non si pone l’attenzione alle diverse fasi del loro sviluppo.

Con queste premesse, Francesca Romana Grasso, pedagogista, dottore di ricerca in scienze dell’educazione e studiosa di letteratura per l’infanzia, introduce uno dei concetti chiave del suo saggio “Primi libri per leggere il mondo. Pedagogia e letteratura per una comunità educante” (Editrice Bibliografica, 2020).

I tempi dell’educazione sono lunghi, non bisogna avere fretta e soprattutto bisogna smontare l’equivoco secondo cui i genitori debbano sollecitare i piccoli a compiere forzatamente azioni non adatte al loro sviluppo, anticipandole, per la paura di perdere tempo prezioso.

Avvalendosi delle autorevoli teorie di figure di spicco che hanno contribuito a sviluppare l’educazione sensoriale come Heinrich Pestalozzi, Jean Itard, Maria Montessori, Henri Wallon, Emmi Pikler, Elinor Goldschmidt e Bruno Munari, la pedagogista ci porta a conoscere le pratiche educative attive a cui fanno riferimento, con diverse motivazioni, il mondo dei servizi educativi, le famiglie, il mercato.

L’autrice ci conduce alla scoperta degli oggetti, delle azioni di cura e dei luoghi che accolgono e riconoscono il bambino da 0 a 6 anni come individuo e favoriscono il diritto di cittadinanza della prima infanzia, citando soluzioni adottate con successo nei servizi educativi e nelle biblioteche di diversi paesi europei. Dalle camerette delle bambine e dei bambini ai servizi educativi per l’infanzia, passando per le biblioteche e i parchi pubblici, come dovrebbero essere gli spazi da abitare, da vivere consapevolmente e con piacevolezza dalle famiglie, insieme a tutti i protagonisti che formano la comunità educante?

“L’ambiente orienta sempre il comportamento e la durata della permanenza di chi lo vive, è a tutti gli effetti un educatore che concorre a realizzare ‘materialmente’ il progetto di cui è espressione.”

Gli ambienti dei servizi educativi e culturali “0-6 anni” devono comunicare chiaramente la loro proposta, devono essere riconoscibili, accoglienti, desiderabili e capaci di creare “isole di intimità” tra bambini, educatori, bibliotecari e genitori. Sapranno corrispondere a questi obiettivi quanto più favoriranno il movimento, l’esplorazione e l’incontro con oggetti, materiali e libri per sorprendersi e per giocare, quanto più sapranno stimolare il linguaggio nelle sue varie espressioni e affinare l’abilità di leggere il mondo.

“Leggere il mondo è sempre un processo dialettico, da piccoli si leggono il volto e le tensioni di chi si prende cura di noi, poi, mano a mano spostiamo il nostro sguardo sull’intorno, e cogliamo relazioni tra persone e oggetti”.

Protagonisti in ogni processo di conoscenza sono i libri e ciò vale anche nel caso dei primi libri per l’infanzia, ma come orientarsi in una produzione editoriale che sfrutta questo interesse crescente per pure ragioni di marketing, promettendo illegittimamente funzioni pedagogiche in grado di stimolare precise capacità cognitive, non corrispondenti ai reali bisogni dei bambini nei primi anni di vita e nelle diverse fasi de loro sviluppo?

Se nella prima parte del lavoro i primi libri rimangono sullo sfondo, tra gli oggetti che gli operatori devono organizzare e mettere a disposizione, per creare un ambiente stimolante e piacevole a complemento dei servizi educativi e culturali, nello sviluppo del volume eccoli prendere il sopravvento, accompagnati da un’analisi sulla coerenza progettuale delle proposte rispetto alla forma e al contenuto e da preziosi suggerimenti bibliografici, che non perdono mai di vista i destinatari, bambini e adulti all’unisono.

Non mancano inserti iconografici, copertine, illustrazioni tratte dai libri e fotografie che si presentano all’inizio, a metà e alla fine del volume, apparentemente slegati tra di loro, ma che ci rendono non spettatori, ma lettori attivi dell’immaginario dell’autrice, condividendolo a nostra volta. Eccoci così catapultati nella “Stanza delle meraviglie”, inseriti nel meccanismo che, in un divertente parallelismo con i primi libri per l’infanzia, ci rende coautori nella lettura del volume. Dopo un iniziale spaesamento, sarà piacere del lettore fare parte del gioco, decifrare il filo rosso che rende le immagini parte integrante del testo.

In conclusione, pedagogia e letteratura insieme possono giocare un ruolo fondamentale per rendere desiderabile una comunità che promuove benessere, contrasta la povertà educativa, alimenta la cultura su educazione e cura, favorisce la circolazione dei saperi e sostiene una pluralità di collaborazioni tra servizi e liberi cittadini.

“Immaginando una società desiderabile, mi prefiguro una comunità che si riconosce educante nella sua totalità, e per questo celebra le differenze e l’unicità di ciascuno, valorizzando la varietà di interessi, capacità, desideri personali, presenti fin dai primi giorni di vita.”

Che sia il miglior augurio per questo nuovo anno.


Gabriella Marinaccio

Bibliotecaria dal 2002, dal 2017 coordina le attività e i servizi delle biblioteche rionali del Sistema Bibliotecario di Milano. Ha ideato e curato il Fondo storico di libri per ragazzi “RAF” e il gruppo di lettura per bambini da 3 a 8 anni “Croccanti coccodrilli”. Appassionata di letteratura per l’infanzia in generale, ha una passione per gli albi illustrati senza parole che l’hanno portata a sposare idealmente il progetto “Libri senza parole. Destinazione Lampedusa” e la mostra ospitata a Milano nel 2014 al MuBa. Da allora è socia IBBY. 


Condividi

Ti potrebbe interessare anche


Fai una donazione
Condividi sui tuoi social