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In mezzo al mare

Si leggono continuamente storie di immigrazione. La maggior parte di queste si limita a raccontare un avvenimento drammatico in modo forse troppo semplice o minimizzando quelli che immagino possano essere, per chi sceglie di partire, giorni, mesi o, addirittura, anni di sofferenze. Centinaia di libri, articoli, servizi giornalistici spesso non riescono a far comprendere il reale significato di “immigrazione” e, anzi, rischiano di renderci “assuefatti” a questa tematica.

Vivo in una piccola isola a sud dell’Italia, Lampedusa, che da molti anni è protagonista di continui approdi. Tuttavia, questo essere “luogo di passaggio” tra l’Africa e l’Europa, in cui tanti uomini e donne sperano di vivere dignitosamente, ha portato l’isola a vedersi come una realtà del tutto estranea rispetto al mondo: come se solo Lampedusa fosse il posto da cui i migranti passano e sono sempre passati. E così, anche gli isolani si sono rinchiusi in una dimensione in cui la problematica dell’immigrazione viene considerata quotidiana, tanto da non ricordare più che dietro ai numeri ci sono le persone con le loro storie.

Tra le tante storie di immigrazione, sembrano fare eccezione quelle raccontate nel libro di Mary Beth Leatherdale, “Stormy seas“, appena pubblicato in Italia da Il Castoro, con il titolo “In mezzo al mare. Storie di giovani profughi“. L’autrice, infatti, è riuscita ad esprimere la profondità delle vicende dei protagonisti attraverso una narrazione semplice, facilmente accessibile e contemporaneamente capace di coinvolgere il lettore in modo efficace.

Il libro contiene le vicende di cinque ragazzi, vissuti in momenti storici diversi, dal 1939 al 2006, e in diverse parti del mondo. Ruth, Phu, José, Najeeb e Mohamed, dopo innumerevoli difficoltà nei loro paesi di origine, perché perseguitati politici, per motivi razziali o religiosi, raggiungono “terre di pace” dove, grazie alla loro fede e alla speranza, sono riusciti a ricostruirsi una vita normale e felice.

L’autrice riesce a rendere emotivamente partecipe il lettore, riportando le parole dei protagonisti, che spiegano la loro paura di non farcela e la loro speranza di superare gli ostacoli, semplicemente per poter vivere.

Si comprende così che le migrazioni, come ha sostenuto la stessa Mary Beth durante la presentazione del libro qui a Lampedusa, è un fenomeno che riguarda tutti. E affermandolo, porta come prova la sua esperienza: costretti a fuggire dalla Francia nel ‘600 a causa delle persecuzioni religiose e dall’Irlanda nell’800 per una grande carestia, i suoi stessi antenati sono stati dei migranti.
E forse, guardando alle nostre storie familiari del passato o più recenti, anche noi possiamo riconoscere che il nostro “stare” in un determinato luogo è la conseguenza di un viaggio, di una migrazione.

Accompagnato dalle bellissime illustrazioni di Eleanor Shakespeare, “In mezzo al mare” racconta cinque storie, che permettono di guardare le persone che migrano con maggiore sensibilità e di capire pienamente il valore, non solo della pace e della speranza, ma soprattutto dell’umanità che ci accomuna.

 

Mary Beth Leatherdale, illustrated by Eleanor Shakespeare, Stormy seas. Stories of Young Boat Refugees, Annick Press

Mary Beth Leatherdale, illustrazioni di Eleanor Shakespeare, In mezzo al mare. Storie di giovani rifugiati, Editrice Il Castoro


Maria Sole Simoni

Nata a Ferrara, all’età di nove anni si trasferisce sull'isola di Lampedusa. Da sempre affascinata dal magico mondo della lettura e della scrittura, ha subito trovato un luogo sicuro nella Biblioteca isolana, che le ha permesso di vivere esperienze significative e impegnarsi a fondo come volontaria per trasmettere soprattutto ai più piccoli la bellezza racchiusa nelle parole di un libro o di un racconto.


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