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In libreria: due esperienze, un sentire comune

Due voci, una giovane libreria di provincia e una storica libreria in centro città, raccontano quello che una libreria è stata, è, potrà essere per la scuola.


Chiara Basile, libreria Lèggere Leggére, Castel Maggiore, Bologna.

I librai le riconoscono da lontano. Le prime volte entrano timidamente, si guardano attorno cercando punti di riferimento noti. Si soffermano a lungo sui libri, soprattutto su quelli particolari, più distanti dal modello di libro che hanno in mente. Consultano con attenzione anche i libri di pedagogia, se trovano quel piccolo scaffale nascosto dietro l’angolo. Sono quasi tutte donne, spesso giovani, non escono mai senza un libro. Sono le insegnanti.

Alcune di loro prendono confidenza con il luogo e con i librai e poi tornano spesso in quella che diventa a volte una seconda casa, un posto in cui passare il proprio tempo, per scoprire la bibliodiversità e farsi consigliare da persone competenti, tenendosi aggiornati sulle novità appena uscite, senza perdere di vista i gioielli che ogni editore mantiene in vita nel suo catalogo.

Gli insegnanti e le insegnanti che vivono il loro mestiere con passione amano il confronto e i librai non perdono l’occasione. Il sodalizio è presto fatto: le visite si intensificano e la fiducia reciproca fa sì che l’insegnante si affidi al libraio per costruire bibliografie, seguendo piste non ancora battute, proponendo collegamenti inediti e includendo testi di generi poco usuali. Spesso (prima del Covid, naturalmente) si inizia a ragionare anche della possibilità di portare in libreria i propri alunni, per far conoscere loro il mondo dei libri, per farli familiarizzare con il luogo e con le persone che lo abitano: leggere insieme o fare proposte di lettura autonoma diventano modi per avvicinare ai libri tutti i ragazzi, anche quelli che non erano mai entrati in libreria, pur abitando magari a pochi metri.  Se poi i ragazzi o la classe sono dotati di una piccola cifra da spendere in libreria, queste visite diventano anche l’occasione per un accesso ai libri per una volta non mediato dai genitori, un’occasione preziosa per esercitare la libertà di scelta delle proprie letture.

Quando la progettazione con gli insegnanti diventa condivisa nascono con naturalezza percorsi “sui” e “con” i libri, di cui le classi possono beneficiare: mostre, incontri con autori, illustratori, editori, traduttori… In qualche caso fortunato i progetti coinvolgono gli studenti, al punto da diventare essi stessi soggetti attivi di azioni di diffusione dei libri al pubblico.

Gli insegnanti appassionati spesso sanno anche coinvolgere i colleghi in una rete di collaborazione: ecco allora che la libreria si mette al servizio della biblioteca scolastica dell’intero istituto e sostiene progetti utili ad arricchirla (come l’iniziativa “Io leggo perché”).

Quando poi la maestra o professoressa diventa parte dell’ecosistema libreria, il libraio saprà sostenerla anche nell’eventuale scelta di superare il libro di testo per fare adozione alternativa. La libreria diventa allora un vero e proprio luogo di formazione e aggiornamento”

Silvana Sola, libreria Giannino Stoppani, Bologna.

Una storia di libreria lunga quasi quarant’anni ha visto tanti insegnanti muoversi tra i libri.

Giovani, meno giovani, prossimi alla pensione. Ci sono quelli, competenti, appassionati, che sono cresciuti assieme a noi: freschi di incarico o già consolidati nell’insegnamento, seguivano i nostri percorsi di ricerca nell’editoria per ragazzi, erano attenti alla novità, disposti al consiglio e al confronto.

E continuano ad esserlo. Tra loro quelli che abbiamo affiancato nella ricerca dei migliori libri, adatti per itinerari di adozione alternativa. Bibliografie condivise, per portare ai ragazzi una bibliodiversità reale, libri guardati con attenzione, scartati o scelti con la visione chiara del loro uso nella pratica quotidiana dell’insegnamento.

Loro i primi a vivere la libreria come una speciale aula didattica, nella quale i bambini potevano trovare occasioni di scoperta, di meraviglia, di consuetudine con il libro e il libraio.

Nel tempo gli insegnanti hanno continuato ad essere una presenza importante in libreria, stimolo di ulteriore ricerca sulla base delle loro sollecitazioni. Nel tempo, purtroppo, sono sensibilmente calate le richieste di affiancamento, per arrivare alla definizione del percorso di adozione alternativa. Ci siamo chiesti il perché. La domanda rimane aperta…

Nella difficile quotidianità che da un anno ha cambiato le regole della convivenza, le classi sono lontane dagli spazi della libreria, assieme ai molti insegnanti, bloccati da perimetri geografici invalicabili e dal carico di un modo diverso di fare scuola.

Ma la libreria c’è, pronta ad accogliere, ad accorciare le distanze, a costruire ponti di informazioni e formazione, per aiutare nella scelta. Pronta ad aiutare a delineare strade, per per potenziare la formula dell’adozione alternativa, opportunità di diritto che permette di avere a disposizione una biblioteca di classe, scelta, immaginata per un lavoro educativo che mette il bambino al centro, pronta per pensare assieme a nuove forme di condivisione.

(Nella prima fotografia: libreria Lèggere Leggére, Castel Maggiore, Bologna; nella seconda e terza fotografia: libreria Giannino Stoppani, Bologna).


Gruppo Scuola e Adozione Alternativa per IBBY Italia

Nicoletta Bacco, responsabile Pubblica Lettura e Sistema Bibliotecario Urbano dell'Istituzione Biblioteca Classense Ravenna; Chiara Basile, libreria Lèggere Léggere; Franco Fornaroli, vicepresidente IBBY Italia; Nicoletta Gramantieri, responsabile dei servizi e delle raccolte per bambini e ragazzi di Biblioteca Salaborsa di Bologna; Marta Marchi, coordinatrice Gruppo Scuola e Adozione Alternativa per IBBY Italia; Silvana Sola, Cooperativa e Libreria Giannino Stoppani, Accademia Drosselmeier.


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