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Cucire storie, insieme a Lampedusa. IBBY Camp 2021

Era il primo aereo che prendevo, dopo due anni di pausa forzata, dovuta alla pandemia. L’ultimo volo l’avevo fatto per tornare dalla mia prima esperienza all’IBBY Camp di Lampedusa nel 2019. Partivo nuovamente per partecipare al Camp organizzato dalla Biblioteca e, neanche questa volta, potevo prevedere quello che sarebbe successo.

Sapevo che, arrivata sull’isola, la Biblioteca sarebbe stata il mio punto di riferimento per quella settimana, sarebbe stata quella “piazza del sapere dove le persone hanno accesso a un bene che non è semplicemente il libro, ma è un’atmosfera, un modo di stare insieme, di consultare, di curiosare, di passare del tempo insieme” (Antonella Agnoli, “Le piazze del sapere”, 2014), un luogo che a Lampedusa è fatto di persone, di emozioni, di relazioni e di storie.

Lunedì 1° novembre 2021 mi sono ritrovata all’ora di pranzo, con indosso una maglietta a mezze maniche e una piacevole aria calda di scirocco sul viso, a condividere il pranzo insieme ad una ventina di persone, provenienti da tutta Italia, in una rosticceria che aveva posticipato di un giorno la sua chiusura, per poterci accogliere con una tavola imbandita. L’esperienza iniziava nel migliore dei modi.

Nel pomeriggio, ad attenderci in biblioteca c’era, ancora vuoto, il grande cartellone delle attività della settimana. La mancanza di una dettagliata organizzazione a priori può spaventare, ma in realtà è solo apparente. La libertà per volontari e volontarie di proporre laboratori e letture alle classi che partecipano alla settimana del Camp, mostra la fiducia riposta nella potenza dell’incontro tra persone che amano i libri.

Quel cartellone si sarebbe poi arricchito, di giorno in giorno, di nuovi appuntamenti, sia per bambini e bambine, sia per adulti e volontari. Era il punto di incontro di noi volontari: lì ci trovavamo per confrontarci su quale laboratorio proporre ad una certa classe, creavamo nuove coppie di lettura, cercavamo consigli o ispirazioni e scoprivamo ciò che ciascuno portava a Lampedusa dalla sua esperienza di vita. Ciascuno mette a disposizione le proprie abilità e passioni, per condividerle con gli altri. La grande richiesta di partecipazione al Camp da parte delle classi ha fatto in modo che ci mettessimo totalmente in gioco, rispondendo con entusiasmo ai bambini e alle bambine.

 

Durante le mattinate, le sezioni della scuola dell’infanzia e della secondaria di secondo grado accoglievano nelle aule i volontari e le volontarie, mentre le numerose classi di scuola primaria e di secondaria di primo grado uscivano dalle loro aule, per partecipare a laboratori svolti in piazza ed in alcuni punti dislocati nella via principale di Lampedusa, tutti vicini alla sede della Biblioteca.

È stato bellissimo vedere i bambini e le bambine di Lampedusa riappropriarsi di alcuni luoghi dell’isola, per fare laboratori di coding, circo, scrittura creativa, manipolazione artistica, letture animate, creazione di erbari di classe, riscoprendo il senso delle vie e della piazza, quale fulcro della vita del paese, palcoscenico a cielo aperto della vita dei suoi abitanti.

Il pomeriggio si apriva la biblioteca e si accoglievano i bambini, proponendo letture e attività: creazione di mandala con la lana, bamboline scacciapensieri, realizzazione di haiku, laboratori di acrobatica e sfide di velocità con il cubo di Rubik. La biblioteca si è animata, i bambini e le bambine hanno riempito le due sale e gli spazi all’aperto circostanti, straripanti di entusiasmo e voglia di esserci e partecipare.

Tra i momenti più significativi, ricordo la giornata in cui abbiamo dispiegato la Coperta di Yusuf e ricoperto parte della piazza con quadrati colorati di lana. In un attimo, è iniziato un laboratorio di uncinetto a cielo aperto. In maniera spontanea, si sono formati piccoli gruppi intorno a chi, sapendo cucire, mostrava i passaggi da fare per creare il proprio quadrato di lana. Intrecciavamo i nostri fili insieme alle nostre storie e la coperta è diventata testimone di nuove conoscenze e di condivisione di esperienze, ricordandoci il suo scopo di “realizzare un simbolo, una coperta composta dall’insieme di piccoli quadrati per creare un legame tra le storie dei singoli, un primo passo verso la nascita di una comunità”. 

Nelle serate dell’IBBY Camp, la biblioteca si accendeva per affrontare temi diversi, rivolti a tutta la comunità. Abbiamo esplorato i Silent Books, arrivati da tutto il mondo con l’ultima edizione del progetto “Libri senza parole. Destinazione Lampedusa”; indagato la “materia oscura” con Francesco Pandolfi, giovane ricercatore del CNR; ascoltato la potenza creativa del grande illustratore Armin Greder e le esperienze di migrazione della scrittrice Marinette Pendola; ci siamo interrogati sul limite tra verità e finzione nell’era tecnologica con Ugo Guidolin, professore di antropologia culturale dei digital media; siamo diventati una comunità in ascolto e in dialogo, uno spazio vivo e condiviso, che si è interrogato sull’attualità delle vicende del Mediterraneo, grazie alle testimonianze dei volontari del Forum Lampedusa Solidale e delle operatrici di Mediterranean Hope.

Ancora una volta, dall’IBBY Camp si torna arricchiti. Ancora una volta, si è avverata la magia di felici e inaspettati incontri, che capitano mentre si sfoglia un libro, si passeggia per una via dell’isola, si chiacchiera con una bambina o un bambino durante un laboratorio. E di certo, quelle scoperte ti cambieranno, se glielo permettiamo.


Laura Vecchi

Nata a Ferrara, laureata in Scienze della Formazione Primaria, insegna in una scuola primaria di Bologna. Appassionata lettrice. È volontaria di Nati per Leggere.


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