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Cronache del bambino anatra

Madre e figlio, una storia lunga poco più di cinquant’anni, all’incirca l’età di Dario, il protagonista, che la ripercorre tutta, da quando era un bambino, negli Anni Sessanta, fino ad oggi. Dario studia fisica ed è un ricercatore di successo. L’avrebbe detto la sua maestra delle elementari? Sapeva che “il bambino anatra” si sarebbe trasformato in cigno e avrebbe preso il volo?

Un testo teatrale malinconico, struggente. E non solo per l’atmosfera vintage regalata da Furia, dal duplex, dal Cantafiabe e dal registratore Gelosino, che hanno abitato molte delle nostre infanzie, coetanee a quelle di Dario, ma anche per il sapore amaro, che lascia in bocca il senso di inadeguatezza e infelicità, soprattutto se a viverlo è un bambino.

Riecheggiano tra le pagine modalità didattiche rigide, inefficaci, che generano confusione, rabbia e un senso di frustrazione terribile. Ciascuno di noi l’ha provato almeno una volta, ma è un sentire che si amplifica e che devasta quando la richiesta è sproporzionata rispetto alle effettive possibilità di risposta.

Durante l’infanzia, senza neanche accorgersi, gli adulti mettono etichette sui bambini e loro capiscono, colgono tutte le parole e le sfumature: ecco la sensazione di essere lento, di non essere capace e di non andare bene. “Io ho undici anni e non ho ha ancora concluso niente”, dice Dario sottovoce. Profezie che potrebbero avverarsi …

Una storia commovente, che racconta la dislessia, ma che conquista anche i territori dell’universale e ci ricorda che tutti abbiamo il diritto di affermarci per quello che siamo.

Educare (dal latino educere, condurre fuori): quello che la maestra di Dario e sua mamma, anch’essa insegnante, sembra non sappiano proprio fare. Eppure, Dario quando ascolta le fiabe, quando fa mille domande pieno di curiosità, quando gioca con gli oggetti del quotidiano e mette in scena la vita, la sua, mostra tutto il suo potenziale, la sua intelligenza e la sua sensibilità. Per lasciarli uscire, per coltivarli, basterebbero solo un po’ più di pazienza e ascolto.

La dislessia è un disturbo del neurosviluppo: conoscerla e riconoscerla è essenziale per fornire una cassetta degli attrezzi efficace. Ma questo principio, a mio parere, vale per ogni bambino e bambina, ragazza e ragazzo. Bisogna saper guardare quel che ci circonda e partire da quello che c’è.

Queste sono le “Cronache del bambino anatra” di Sonia Antinori, pluripremiata drammaturga e regista teatrale. La copertina è di Bianca Sangalli Moretti, una giovane e brava illustratrice. I Gabbiani è la collana di letteratura teatrale delle Edizioni Primavera, curata da Federica Iacobelli, giornalista, scrittrice e sceneggiatrice.

Rivolgo l’invito a leggere questo libro anche agli adulti, in particolare a insegnanti e genitori: è una pièce per giovani lettori e a loro sussurra che ciascuno può spiccare il volo, ma siamo noi adulti a doverci credere davvero.

Sonia Antinori, Cronache del bambino anatra, Edizioni Primavera, 2020.


Ilaria Gradassi

Laureata in lettere moderne, scrive, disegna e crea libri fatti a mano, in copia unica. Vive e lavora ad Arezzo. Dal 2000 progetta e realizza percorsi didattici e laboratori per i più piccoli in partnership con le associazioni del territorio. Collabora con la libreria La Casa sull’albero, dove realizza atelier dedicati ai libri e alle storie. È un'insegnante e si occupa di letteratura per l'infanzia.


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